Atassia di Friedreich sintomi e diagnosi

Atassia di Friedreich sintomi e diagnosi

L’Atassia di Friedreich è una rara malattia genetica che colpisce il sistema nervoso e muscolare, causando una progressiva perdita di coordinazione e mobilità. Una condizione multisistemica, debilitante e spesso diagnosticata tardivamente, che impatta profondamente la qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie.
In questo articolo vi presentiamo un estratto del docufilm “Rassegnati tu! Io ballo con Friedreich!”, con l’intervento della Dott.ssa Caterina Mariotti, Neurologa presso l’Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano, per esplorare i sintomi, la diagnosi e il percorso di chi vive con questa malattia.

Atassia di Friedreich sintomi e diagnosi

Riproduci video su La Storia di Elena contro l’Atassia di Friedreich

Il termine atassia deriva dal greco e indica un segno neurologico consistente nella progressiva perdita della coordinazione muscolare che rende difficoltosa l’esecuzione di alcuni movimenti volontari. L’atassia di Friedreich (AF) è una malattia neuromuscolare rara, genetica, debilitante e degenerativa, caratterizzata da un disturbo multisistemico che colpisce principalmente il sistema nervoso, ma anche il sistema muscolo-scheletrico, quello cardiaco ed endocrino. I primi sintomi compaiono generalmente durante l’infanzia e comprendono:

 

Progressiva perdita di coordinazione dei movimenti

Andatura atassica

Debolezza muscolare

Affaticamento

 

Con il progredire della malattia, possono insorgere anche:

problemi alla vista
problemi all’udito
difficoltà nell’articolazione verbale
difficoltà nella deglutizione
diabete
scoliosi
patologie cardiache

 

L’atassia di Friedreich è una malattia neurodegenerativa autosomica recessiva causata da varianti patogene del gene della fratassina ed è il tipo più comune di atassia ereditaria, rappresentando quasi il 50% di tutti i casi. Sono circa 15mila nel mondo le persone che attualmente vivono con l’atassia di Friedreich mentre in Italia, alla luce del più recente studio epidemiologico condotto nel Lazio, è possibile stimare una prevalenza pari a 1,07 su 100mila abitanti. Molte persone con atassia di Friedreich necessitano di ausili per la deambulazione e spesso sono costrette all’utilizzo di una sedia a rotelle entro 10-20 anni dalla diagnosi.

Età di insorgenza ed esordio dell’Atassia di Friedreich

L’atassia di Friedreich (AF) è una malattia neurologica multisistemica progressiva a trasmissione autosomica recessiva. Si eredita dunque da ambedue i genitori. La malattia rara è causata da “una alterazione del gene della fratassina, che ne determina una riduzione sostanziale. Questa è una proteina essenziale che si associa alla membrana interna dei mitocondri, organuli deputati alla creazione dell’energia cellulare. L’Atassia di Friedreich, la più comune delle atassie ereditarie (rappresenta il 50% dei casi), “si manifesta con” sintomi neurologici come “difficoltà di equilibrio e mancanza di coordinazione dei movimenti progressivo nel tempo. Talvolta si riscontrano anche movimenti oculari anomali e cambiamento dell’eloquio. Cecità e sordità possono essere altre manifestazioni della patologia, spesso – ma non sempre – tardive, così come l’urgenza urinaria. Al disturbo di coordinamento iniziale, poi, segue un disturbo di fatica e molti pazienti sviluppano una scoliosi. Nel 90% dei casi i segni all’esordio sono di tipo neurologico, mentre nel restante 10% si hanno altri campanelli d’allarme, come la scoliosi o una cardiomiopatia. In Italia si stima che ci siano circa 600-700 pazienti con atassia di Friedreich e, in linea generale, si rileva una prevalenza di circa 1-2 persone ogni 50mila nel mondo, 1 su 20mila-50mila in Europa, con incidenze maggiori nel sud ovest della Francia, in Irland a e nel nord della Spagna. Nettamente inferiore è la prevalenza in Africa, più alta invece quella canadese.   L’esordio classico, nel 75% dei casi, è tra i 15 e i 24 anni, ma esistono anche forme ad esordio precoce e tardivo: nel primo caso la progressione patologica è più rapida, mentre nel secondo è più lenta. Questa malattia colpisce nella maggior parte dei casi giovani adulti o adolescenti – precisa Bertini – In questi ultimi anni si parla di più di questa malattia in quanto stanno sorgendo delle possibilità terapeutiche e, quindi, è diventato importante, nel campo medico, focalizzarsi sulla diagnosi precoce, in quanto più precocemente si interviene, meglio si può condizionare la progressione di questa malattia. Se infatti finora le sole terapie disponibili prevedevano la somministrazione di farmaci e integratori antiossidanti e una costante fisioterapia, oggi esiste una nuova opzione terapeutica: l’omaveloxolone. Sviluppato negli Stati Uniti e approvato dalla Fda americana nel 2023 e dall’europea Ema a febbraio 2024, omaveloxolone è stato recentemente inserito da AIFA per l ‘utilizzo in regime di 648, con l’indicazione per soggetti sopra i 16 anni.

Aisa sostiene la fisioterapia per i pazienti con atassia

La fisioterapia è essenziale per chi vive con l’atassia, aiutando a rallentare la progressione della malattia. Per sostenere i pazienti, AISA rinnova il contributo fisioterapia per chi è affetto da atassia: un aiuto concreto per chi affronta spese significative per trattamenti non coperti dal Servizio Sanitario Nazionale. Vi invitiamo a leggere l’articolo relativo al Bando 2024 a sostegno delle spese per la fisioterapia per i pazienti con atassia e atassia di Friedreich.

L’atassia di Friedreich e AISA ODV

AISA ODV nasce come primo punto di riferimento per chi vive con le sindromi atassiche (inclusa l’Atassia di Friedreich), impegnandosi ogni giorno per sensibilizzare e sostenere chi affronta queste gravi patologie. La nostra missione è dare voce a tutti coloro che convivono con l’atassia, supportandoli attraverso la fisioterapia – che troppo spesso ricade sulle famiglie – e offrendo strumenti di informazione attraverso i nostri canali digitali, eventi e progetti come il Docufilm “Rassegnati tu! Io ballo con Friedreich”, realizzato da Biogen con il Patrocinio di AISA ODV, dove abbiamo raccontato storie di resilienza e di forza, tutto con l’obiettivo di ridurre l’isolamento e dare un sostegno concreto ai pazienti.

 

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